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Dree.


Il vento le scompigliava i capelli, quei lunghi capelli biondi che da bambina tutti le invidiavano quando correva tra quei campi, un tempo abitati, un tempo pieni di vita.
Gli occhi verdi annacquati guardavano il grano bruciato dal troppo sole, mentre il cielo si ingrigiva e lasciava spazio a quell'aria funesta di un temporale d'autunno.
Tutto intorno a lei gridava morte, tristezza, solitudine, e il silenzio, quello vero, l'avvolgeva.
Quei lunghi capelli biondi avevano percorso per anni quei campi, quando i fiori profumavano, il grano cresceva alto, e dietro il riflesso dell'erba le case, piene di vita, coloratissime, sembravano una città in miniatura, tra gli odori delle cucine, le grida dei bambini, il vociare degli anziani, i pettegolezzi delle mamme, le birre dei papà. 
Così Dree ricordava quel campo, quel luogo. Così però non le appariva più. L'uragano di cinque estati prima le aveva portato via tutto, gli odori, i colori, i suoni.
Si voltò a guardare in direzione della sua vecchia casa, non riusciva quasi più a percepirne il ricordo, era come se fosse impossibile per lei vedere ancora quello che era stato suo, quello che le aveva dato la vita.
Dree continuò a camminare tra le spighe bruciate dal sole, quel sole che cinque estati prima era sparito, lasciando quel posto silenzioso e solitario, come se nulla o nessuno mai avesse toccato quella terra.

Testo: Gabriele Del Buono
Photo: Alasdair McLellan
Dree. Dree. Reviewed by spiceboy88 on 7/24/2016 Rating: 5

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